Pubblicazioni
LIBRI
Stanislao Nievo. Storie di un viaggiatore. Cinquant’anni intorno al mondo
a cura di Mariarosa Santiloni
Introduzione critica di Fabio Pierangeli
Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, Gaspari Editore, Udine, 2014 Una raccolta di scritti di viaggio di Stanislao Nievo per la prima volta in volume che, alla maniera del viaggio di Phileas Fogg raccontato da Jules Verne quasi due secoli fa, è un giro del mondo in 50 corrispondenze, divise per continenti, con interviste all’autore sul dietro le quinte dei suoi viaggi e belle foto.
“Una lunga giornata, radiosa di risposte vibranti e spietate, di spettacoli da fiera celeste e terrestre, ovunque abbia dato un’occhiata, tra gioie e dolori, scoperte e furti, meraviglie e orrori. Tra guerre e guerricciole, rivoluzioni da niente e da molto. In un paesaggio mutevole, sempre stimolante, spesso travolgente, con pochi nemici, molti veri amici. E’ stato bellissimo”. Stanislao Nievo
Storia filosofica dei secoli futuri
Ippolito Nievo
a cura di Mariarosa Santiloni
Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, Roma, 2013 E-Book Kindle
La Storia filosofica – scritta tra l’armistizio di Villafranca e la partenza da Quarto, quasi un corollario al saggio Venezia e la libertà d’Italia del 1859 – apparve per la prima volta nel gennaio 1860 nella Strenna de «L’Uomo di Pietra», testata umoristica milanese di spicco a cui Nievo collaborava. Il titolo completo é: Storia filosofica dei secoli futuri fino all’anno 2222 ovvero fino alla vigilia in circa della fine del mondo. Al racconto, lo scrittore, con linguaggio vivace e con punte sarcastiche, affida le sue previsioni, a volte davvero inquietanti, sulle sorti dell’umanità dal 1860 al 2222. Ma con quale artificio Nievo riesce a raccontare il futuro?
I Nievo e la Storia – Una passione di famiglia
a cura di Ugo Maria Olivieri
Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, Gaspari Editore, Udine, 2013
(Inedito- Prima Edizione) Dai faldoni che raccolgono le carte dell’Archivio Nievo, è venuto fuori un taccuino di appunti, arricchito da disegni, cartine geografiche e schemi tattici di battaglie che è sembrato molto interessante. Una serie di indagini storico-militari grafiche e paleografiche, senza trascurare il ricco epistolario della famiglia, svolte dal prof. Ugo Maria Olivieri, curatore dell’opera, ha portato ad attribuire il taccuino ad Alessandro Nievo il più giovane dei fratelli di Ippolito. Anche lui appassionato di Storia e Storia militare come Ippolito, che prima di scrivere i suoi romanzi si documentava con grande attenzione. Le Confessioni, con uno sfondo storico così preciso, anche nei nomi dei generali minori, ne sono prova tangibile.
Lo studente
Ippolito Nievo a cura di Ugo Maria Olivieri
Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, Gaspari Editore, Udine, 2012
(Inedito- Prima Edizione) È la pubblicazione di un poemetto inedito di 77 carte, legate da un filo sottile di spago, ritrovato nell’archivio di famiglia. Il dialogo tra la Passione sensuale e la Scienza rappresenta un tassello importante per la scoperta del “giardino segreto” nieviano.
Agenda Letteraria Ippolito Nievo
a cura di Gianni Rizzoni e Mariarosa Santiloni
Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, Metamorfosi Editore, Milano 2011
Nel 2011, si è celebrato il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e della morte del grande scrittore risorgimentale Ippolito Nievo, scomparso nel mar Tirreno, in circostanze misteriose, all’alba del 5 marzo 1861. L’Agenda Nievo – che segue le analoghe pubblicazioni dedicate a Dante, Petrarca, Carducci e Pirandello, e fa parte della serie delle Agende Letterarie inaugurata nel 1990 – vuole suggellare questo anno straordinario raccontando le varie sfaccettature di una personalità multiforme quale quella di Nievo: scrittore e giornalista, poeta e Vice Intendente di Finanza dei Mille. E, in parte, le centinaia di eventi, convegni, libri e documentari che hanno celebrato in Ippolito Nievo il Risorgimento e l’unificazione dell’Italia.
I Tre Cantastorie del Castello – Ermes di Colloredo, Ippolito Nievo, Stanislao Nievo”
A cura di Mariarosa Santiloni. Edito da Gaspari Editore (I e II edizione).
L’opera I tre Cantastorie del Castello – Ermes di Colloredo, Ippolito Nievo, Stanislao Nievo, curata da Mariarosa Santiloni. Vicepresidente dell’Associazione Parchi Letterari, per i tipi di Paolo Gaspari Editore, racconta la vicenda umana e letteraria dei tre scrittori che discendono dalla stirpe dei Colloredo Mels, per rami paterno e materno.Tutti e tre i “cantastorie” hanno vissuto e operato nel vecchio maniero, abitando in tempi diversi nell’ala cinquecentesca e i due ultimi, sempre in tempi diversi e per pura casualità hanno condiviso la stessa stanza.
DIARIUM, tra storia e memoria – immagini dell’Agro Pontino”.
A cura di Roberto Perticaroli.
Edito da Novecento in collaborazione con la Regione Lazio, il consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino, l’Associazione Culturale ROUTE ’66 e la Fondazione I. Nievo
Diarium: la “cultura materiale” dell’ Agro Pontino del ’900Roberto Perticaroli direttore del Parco Letterario® OmeroDiarium è parola latina che significa “registro del vitto” e nel tardo latino “registro giornaliero”. Divenuto oggi Diario vi si annotano e si commentano giorno per giorno gli avvenimenti che si ritengono più importanti. Memorie di semplici vicende quotidiane o di giorni che hanno fatto la storia.
Personaggi illustri o illustri sconosciuti che hanno raccolto e registrato pagine di memorie della propria vita. Raccogliere con Diarium questi documenti della cultura materiale di ieri significa porre attenzione sull’evoluzione dell’attuale società.Diarium apre le sue pagine sotto la torre civica di Sabaudia presentando un primo percorso espositivo tra storia e memoria, di immagini e testimonianze dell’ Agro Pontino.
Dalla fine della Palude Pontina alla vita dei nuovi abitanti, giunti “dall’Alta Italia”, nella terra redenta, intorno alle Città Nuove, ai borghi e ai poderi sorti grazie all’opera intensa di migliaia di uomini …“… c’è tutta l’umanità e l’ingegno del lavoro italiano, la straordinaria forza di applicazione d’ogni esperienza tra primitiva e modernissima …” (*)Immagini e testimonianze, per un percorso culturale che, partendo dalla memoria, intende affrontare il presente ed il futuro. Un contributo per il recupero di una progettualità, che interpreti le risorse “autentiche” del territorio in termini socialmente ed economicamente validi ed attuali.“Ripensando oggi alla carta d’Italia mi accade di cercare questo lembo di terra col suo vecchio disegno della palude, chiusa oggi nella rete dei canali, divenuto assai più grande per la storia umana che vi si sta accumulando …” (*)(*) Corrado Alvaro, Terra Nuova, 1934
Colloredo duemila
Nuove testimonianze archeologiche dall’ala Nievo del Castello di Colloredo di Montalbano -Seconda campagna di scavi, Vinicio Tomadin.
Fondazione Ippolito Nievo, Edizioni della Laguna, Monfalcone (GO), 2000 Una seconda campagna di scavi archeologici, condotta nel 1996 nell’ala Nievo del castello di Colloredo di Montalbano in provincia di Udine, ha evidenziato la presenza di strutture murarie e una gran quantità di oggetti frammentati.
Un notevole interesse ha destato il rinvenimento dei resti di un focolare in pietra cinque-settecentesco, assieme ad una collana di frammenti e pezzi di vetro finissimo, ceramica e maiolica, alcuni inediti in Friuli prima dello scavo.
È il focolare finalmente il nucleo di quella “cucina di Fratta” delle Confessioni nieviane?
Storia di un altro occidente
Gian Carlo Benelli
Bonacci Editore, Roma, 2000
(Tiratura limitata per la Fondazione Ippolito Nievo) La presente opera, frutto di lunghi anni di ricerche testimoniate da una bibliografia di circa 3000 titoli, riassume, narra le vicende di quel pensiero che dall’avvento del Cristianesimo irrompe nella cultura razionalista delle classi dirigenti ellenistico-romane come fatto rivoluzionario, destinato ad un laborioso processo di istituzionalizzazione. Il testo racconta la storia di un occidente alternativo, dagli stretti rapporti culturali con il cosiddetto “Oriente” che entra da protagonista nella vicenda. Un testo unico e un prezioso strumento per la consultazione, facilitata dalla presenza di un indice-sommario che affianca l’usuale indice analitico.
“I Parchi Letterari del Novecento”
a cura di Stanislao Nievo.
Edito da Ricciardi & Associati
La letteratura di fine millennio offre nel nostro paese un campo di vasta ricognizione ambientale e paesaggistica, scenari che i migliori autori del ’900 hanno cantato nelle loro opere.Qui presentiamo 30 di questi autori, ma il numero dei meritevoli è di gran lunga superiore. Se oggi si pensa che un vasto strato di italiani è distaccato dalla consuetudine letteraria o addirittura ignorante della stessa, con la proposta de I Parchi Letterari® si crea una via nuova, per rendere più attraente e lieve l’approccio ai libri di narrativa e poesia.Queste opere di creazione diretta sono legate da un lato alla bellezza e pregnanza del linguaggio e dall’altro alla conservazione dell’ambiente che le ha ispirate. I Parchi Letterari del ’900 sono un vademecum alla scoperta di tanti noti e ignoti luoghi d’Italia, con annotazioni che allargano la letteratura alle situazioni complementari, affidate alla storia e all’originalità etnologica nei prodotti e nelle tradizioni di cui il nostro paese è così ricco.
“I Parchi Letterari dell’Ottocento”
a cura di Stanislao Nievo.
Edito da Marsilio Editori
I Parchi Letterari® dell’Ottocento raccolgono luoghi e autori tra i più conosciuti della letteratura italiana, da Foscolo a Leopardi, da Manzoni a Nievo, da Verga a D’Annunzio. Siamo linguisticamente figli dell’800, da esso nasce il nostro modo di esprimerci, l’impianto del linguaggio e l’atteggiamento liberare del nostro pensiero.Oltre al commento di autori contemporanei e di critici fra i maggiori di oggi, ai Parchi Letterari® proposti si aggiunge la linea originale di quello che accompagna la miglior memoria dei luoghi narrati. A cominciare dalle caratteristiche territoriali dei Parchi stessi, alla storia, all’artigianato e a ciò che emoziona, luogo per luogo, i cinque sensi a cui affidiamo la nostra attenzione. Sono elementi pratici per iniziare uno studio panoramico o per condurre una visita sul posto, attraverso le sue manifestazioni spettacolari e nascoste.L’Italia è ricca di perdute bellezze. Questa è una guida a ritrovarne alcune …
“Mater Matuta”
di Stanislao Nievo, Marsilio Editore
La più antica madre di famiglia da cui noi latini siamo stati cullati e allevati è una Dea che viene dal vicino oriente, seguendo il corso del sole, fusione di Cibele, Astarte, Ino Leucotea e Aurora. Il suo nome è una costellazione di significati nascenti e protettivi: Mater Matuta.Oggi tale locuzione musicale è stata rimossa, rappresenta un tempo di civiltà femminile talvolta albeggiante sul Mediterraneo, anche se mai divenuto fiorente al di fuori dell’ambiente domestico e delle aree sacre votate alla femminilità.
Mater Matuta precede storicamente la madre della Cristianità e ad essa tende per qualche assunto, ma non per altri. Mater Matuta è dolcezza e rispetto, abbandono e passione, pietà e furore nello slancio per la sopravvivenza dell’infante. Oggi questo simbolo ancora pulsante nelle nostre radici torna ad affiorare, anche in terre lontane come l’America dove la femminilità si apre al prossimo millennio con l’energia dilagante della personalità muliebre nella società del Duemila. Dovremo fare i conti nuovamente con Mater Matuta. Qui uno scrittore e un pittore, legando il loro segno, sono tornati nel tempo di questa regina antica raccontandolo con le parole e i colori.
“Ippolito Nievo, i giorni sommersi”
A cura di Fausta Samaritani – Marsilio Editore
La scia che ha lasciato dietro di sé un grande scrittore dell’Ottocento scomparso tra le onde del Tirreno, Ippolito Nievo, non è solo la traccia di un relitto in fondo al mare pur nella sua tenebrosa geografia, ma anche quella delle bolle di luce che salgono dall’abisso, altrettanto vertiginoso e oscuro, degli archivi e delle emeroteche. “I giorni sommersi” racconta il viaggio negli archivi e nelle biblioteche di sei città italiane, alla scoperta di documenti sulla scomparsa di Ippolito, il 5 marzo 1861, nel tratto di mare davanti alle isole napoletane. La storia dello scrittore garibaldino è un fiume di carte e documenti che scorre e non accenna a rallentare …Sono articoli e lettere, recensioni e saggi, critiche e apologhi raccolti da chi ha condotto la ricerca in questo volume, prima opera direttamente dedicata dalla Fondazione al personaggio che le ha dato nome.
“Indagine Archeologica nell’ala del Castello di Colloredo di Montalbano”.
A cura di Vinicio Tomadin
Il restauro di un castello dalle origini trecentesche come quello di Colloredo di Montalbano, che più di ogni altro panorama in Friuli fa parte del paesaggio, è un recupero di tradizioni e di arte. Ma è anche un recupero di storia sconosciuta.Il terremoto del 1976 aveva fortemente danneggiato Colloredo. Dopo circa 20 anni si sta procedendo, purtroppo con lentezza, al ripristino. Il sisma fra i grandi danni inferti ha però condotto alla riscoperta di infrastrutture sepolte fra le mura castellane, testimonianza di antiche configurazioni architettoniche. E al tempo stesso ha permesso un’indagine archeologica impensabile precedentemente in un complesso edilizio ben conservato com’era Colloredo fino al 1976.
“Il mondo di Cerere nella Loggia di Psiche”
di Giulia Caneva
Fratelli Palombi Editori. L’analisi delle iconografie vegetali dei festoni che incorniciano la volta della loggia di Psiche, nella villa La Farnesina, è motivata dal loro molteplice interesse sotto il profilo artistico, storico e scientifico-naturalistico.Dal punto di vista artistico si può accennare all’importanza di quest’opera, progettata da Raffaello per Agostino Chigi ed eseguita, per quanto riguarda le rappresentazioni vegetali, dal suo allievo Giovanni da Udine nel 1517. Lo spirito innovativo che traspare è infatti collegato ad una nuova visione del mondo, dove viene superata la vecchia filologia medioevale, che pone l’uomo al centro dell’universo e la natura esclusivamente in sua funzione. In un’epoca di trapasso dal Medio Evo al Rinascimento, si può cogliere da un lato il legame con una cultura antropocentrica, in cui anche in un’ opera artistica le piante hanno solo un significato simbolico o puramente decoratico, dall’altro la tendenza verso una nuova cultura in cui gli elementi naturali assumono un ruolo ed un interesse autonomo.
“I Parchi Letterari volume II, dal XVII al XVIII sec.”
a cura di Stanislao Nievo. Edizioni Abete (1991). La storia del paesaggio italiano è un racconto che rivela un aspetto curioso dell’anima nazionale di fronte al Creato. Per lunga tradizione nel nostro paese il senso dell’esistenza pone l’uomo rigorosamente al centro di essa, sia religiosamente che laicamente. La natura appare come elemento di corona, di servizio e di possesso più che d’uso d’una condizione terrestre che procede evolutivamente e nella quale soltanto un’equilibrata ricerca di valori può condurre ad un atteggiamento morale ed estetico giusto.Questo libro è una guida ad alcuni luoghi che vanno salvati. Secondo volume d’una collana che ha preso il via dai luoghi cantati dai trecentisti, si estende al Seicento e al Settecento, i secoli che diedero nascita al pensiero scientifico moderno ma che conservarono anche un’attitudine fantasiosa dell’idea di natura, puranco negletta dai più. A questi lontani estimatori e ai luoghi che hanno celebrato, è dedicata quest’opera.
“I Parchi Letterari volume I, dal XII al XVI sec.”
a cura di Stanislao Nievo. Edizioni Abete (1990). “Spesso mi perdo a immaginare la cornice o lo sfondo di tanti memorabili episodi che hanno segnato il corso della storia umana. Qual era, per esempio, tra pascoli, terre a coltura e foreste lo scenario della guerra servile? O di quella punica? Che aspetto aveva il corpo dell’Italia all’interno del quale si svolgevano quei combattimenti? O, invece, trovandomi in una strada di sobborgo congestionata e fragorosa, accecata dai riflessi delle cromature e dei cristalli delle auto, mi viene fatto di pensare che Leopardi non aveva avuto nessuna di queste crude sensazioni, bensì altre e su quelle si intonava la sua voce interiore …Per questo riconoscere le forme antiche e incorrotte, i grandi depositi della sapienza e della potenza creativa della natura che hanno traversato indenni la tumultuosa vincenda umana è ormai un privilegio raro. Quegli occhi che ci guardano dalla profondità non solo temporale della loro esistenza dobbiamo custodirli vivi anche per chi verrà dopo di noi…” Mario Luzi
Altieri “da Fratta a Colloredo” un percorso nieviano.
Realizzato da ColoCret, Provincia di Udine, Comune di Colloredo di Monte Albano, Comunità Collinare del Friuli in collaborazione con DIGAS (Colloredo di M.A. – Udine). Dall’introduzione di Stanislao NievoVenticinque passi dipinti da Fratta a Colloredo“lo vissi i miei primi giorni nel castello di Colloredo, il quale adesso è nulla più d’un mucchio di rovine”. ..o quasi. Storia mia, oltre che del Carlino Altoviti e dell’ autore delle “Confessioni”.Personalmente giunsi al castello che avevo 10 giorni e pur girando per tanti anni tutti i continenti qui sono sempre tornato. E’ la mia casa, come lo è stata per il prozio Ippolito e la per famiglia Nievo da circa 200 anni, fino al giorno del terremoto. Poi le rovine e l’atteso ripristino, tra studi, progetti e campagne di restauro che in me hanno sviluppato un amore sempre più vivo per questo fantastico insieme. Da allora, e anche prima, è stato un castello poderoso ed amato, scenico e dal misterioso Genius Loci.
Artisti, scrittori, poeti e musicisti qui hanno vissuto e l ‘hanno cantato in modo fertile. Oggi ce l’offre, pittorico e impressionista, Sergio Altieri.Altieri è un pittore che ha vissuto parte della sua esperienza d’arte a Colloredo, alla maniera delle opere e dei personaggi di cui sopra, Altieri, a differenza degli altri, ha sprofondato Colloredo nei tempi dipinti “in cui l’era un gran caseggiato con torri e torricelle. ..”Ora torno, nei ricordi e attraverso i quadri di Altieri, alle parole di Carlino Altoviti nella mia personale esperienza di viaggiatore per 50 anni in vari continenti. Ma il racconto c’è ancora, quello di Ippolito, come sempre: “In tutti i miei viaggi non mi è mai accaduto di veder fabbrica che disegnasse sul terreno una più bizzarra figura, rientrature e sporgenze da far meglio contenti tutti i punti cardinali ed intermedi della rosa dei venti”. Il castello è così, pur nello sconquasso geologico d’un quarto di secolo fa.Si può, attraverso le immagini di Altieri, contrastate, piene di echi di colori forti continuare a illustrare questo luogo affascinante e poliedrico, come un teatro che ha scelto per fondale il tempo e per storia le vicende delle grandi costruzioni umane, dalla cucina all’alcova, dalle cantine ai saloni affrescati da famosi pittori.
Altieri, in 25 affascinanti passi dipinti, ci porta dentro la storia di un libro, “Le Confessioni di un italiano”, che qui nacque e arrivò fino al mare, a Venezia, in tanti paesi veneti ed oltre. Illuminando la nostra letteratura sui passi di un gruppo di straordinari personaggi, dietro la Pisana.Ogni quadro accompagna un brano del libro.E’ il cammino per tornare al castello e fissarlo nella memoria come qualcosa che appartiene ai sogni di tanti, di migliaia di lettori e ammiratori, attraverso una fila di generazioni. ..”o mia Pisana, tu pensi ancora, tu palpiti, tu respiri in me… “, nei pennelli di un artista che conosce Colloredo e la sua storia in una passeggiata dai colori d’arcobaleno.Stanislao Nievo
CATALOGHI
Catalogo della Mostra Il mendicante di stelle. Il narrare di Stanislao Nievo tra mito natura e letteratura. All’interno di Spazi900
a cura di Mariarosa Santiloni
Roma Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, 28 settembre 2016 -25 febbraio 2017
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, 2016
Catalogo della Mostra Ippolito Nievo negli scritti autografi verso l’Unità d’Italia. Io nacqui veneziano… e morrò per la grazia di Dio Italiano
a cura di Mariarosa Santiloni e Francesca Tamburlini, in collaborazione con Raffaella Perini. Sedi Espositive: Roma – Complesso Sant’Andrea al Quirinale “Teatro dei Dioscuri” marzo 2011
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, Roma, 2011 Udine – Museo E
tnografico del Friuli – Palazzo Giacomelli aprile 2011
Padova – Musei Civici agli Eremitani – Ottobre – novembre 2011 Comune di Padova
Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, Roma, 2011
Padova – Ippolito Nievo, narratore e poeta. La fortuna all’estero – Centro Porsche
Ottobre e novembre 2011
Catalogo della Mostra Il Viaggiatore del sogno. La Melanesia di Stanislao Nievo tra letteratura ed etnografia.
a cura di Carlo Nobili e Mariarosa Santiloni
Sede Espositiva: Roma Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”
2 ottobre 2010 – 31 luglio 2011
Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”, Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, Roma, 2011
Catalogo della Mostra itinerante Storie di un Viaggiatore.
Stanislao Nievo
a cura di Mariarosa Santiloni e Francesco Proietti
La mostra è stata esposta in venti sedi in Italia e a Vienna, all’Istituto Italiano di Cultura.
Prima sede espositiva:Roma Ex Chiesa di Santa Marta al Collegio Romano 23 aprile 2008
Fondazione Ippolito Nievo, Roma, 2008
ATTI
Ippolito Nievo traduttore e tradotto
a cura di Mariarosa Santiloni
Atti della Giornata di Studio – 16 novembre 2016
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Franco Cesati Editore, Firenze, 2018
Come l’attività giornalistica, di cui si è iniziato lo studio solo nella seconda metà del Novecento, anche l’impegno di traduttore di Ippolito Nievo è poco conosciuto e non così apprezzato quanto meriterebbe.
Per la maggior parte le traduzioni risalgono al 1859 ad esclusione di alcune odi da Saffo del ’56 – prime prove di traduzione e uniche dall’antico, raccolte da Nievo, con piccole variazioni, nel canzoniere Le Lucciole – e del Quarto Libro delle Contemplazioni di Victor Hugo del 1858.
Nel 1859, Ippolito ha ventotto anni e una vita frenetica come uomo e come autore, ha scritto ormai quasi tutto quello che di lui ci rimane, per la scomparsa prematura di lì a due anni. Poesie, racconti e romanzi, drammi e commedie, compreso il capolavoro Le Confessioni d’un Italiano, e tanti articoli giornalistici per le maggiori testate del tempo. Finora ha espresso le sue idee civili e politiche e combattuto le sue battaglie principalmente attraverso la scrittura, ma nel ’59 decide di partecipare in prima persona e si arruola nei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi.
È un anno importante per lo scrittore, come scrive Iginio De Luca, alla delusione per l’armistizio di Villafranca si mescola l’ansiosa attesa per la campagna dei Mille e ancora la passione amorosa per Bice Melzi d’Eril, moglie del cugino Carlo Gobio.
«Le traduzioni costituiscono, senza parere, uno schermo alla tensione spirituale del Nievo. Sono una pausa felice nel lavoro incalzante dello scrittore». E vanno incontro a un’esigenza molto sentita di una nuova cultura e di conoscenza della moderna poesia europea.
Prima dei contributi dei docenti universitari, fra i saluti istituzionali, ci sono gli interventi di:
Consuelo Artelli Nievo, Presidente Fondazione Nievo
Mariarosa Santiloni, Segretario Generale Fondazione Nievo
Rino Caputo, Ordinario di Letteratura e Delegato alla Cultura Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Gli interventi sono di:
Stefania Cavagnoli, La traduzione come mediazione culturale fra teoria e prassi: il caso delle traduzioni tedesche di Ippolito Nievo
Sara Garau, Nievo traduttore attraverso i periodici. (Con un’ipotesi sulla mediazione francese della Ballata di Lermontov)
Valeria Giannetti, Nievo traduttore di Victor Hugo
Alejandro Patat, Sulla ricezione di Nievo nel contesto ispanico
Patrizia Zambon, Ippolito Nievo traduttore di Hans Christian Andersen
Marinella Colummi Camerino, Nievo Heine: note a margine di una questione aperta
Nel “viaggio verde”. La poesia e l’Agro Pontino di Stanislao Nievo
a cura di Mariarosa Santiloni
Atti delle Giornate di Studio – Sabaudia 6 e 7 aprile 2016
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
UniversItalia, Roma, 2017
In collaborazione con il Comune di Sabaudia, l’Associazione Sabaudia Culturando, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, il Liceo linguistico-Scientifico Innocenzo XII di Anzio.
Nell’Agro Pontino, Stanìs Nievo trascorre infanzia e adolescenza, a Borgo Montello inizialmente e per alcuni anni ad Aprilia e Pomezia, dal 1938 al ’40 e dal 1942 al ’44. In seguito la famiglia si trasferisce definitivamente a Roma. Qui assieme al fratello Ippolito, di un anno maggiore, frequenta il liceo all’Istituto Massimo alle Terme, retto dai gesuiti. Dopo la maturità, si iscrive all’Università, Facoltà di Scienze Naturali, e comincia a viaggiare. Per la verità aveva già iniziato a farlo, verso la fine del liceo, solo d’estate e in Europa. In seguito, sarà in tutto il mondo, come giornalista e fotografo, documentarista e scrittore.
Nel 1958 si sposa, e con la giovane moglie Consuelo, agli inizi del ’59, parte per l’Asia: è il loro viaggio di nozze ma presto diventa un viaggio di lavoro. C’è la fuga del Dalai Lama dal Tibet da documentare, come inviato speciale di varie testate giornalistiche e per la RAI.
Ma lui, il grande viaggiatore che ha visitato un centinaio di paesi, arrivando sino in Antartide, rimarrà per sempre legato all’Agro Pontino, ai ricordi di una stagione indimenticabile, tra lo sbocciare improvviso dei papaveri che lo sorprende un mattino andando a scuola, le corse a cavallo con il fratello, i giochi con gli altri ragazzi e la promessa, in un giorno di sole, di andare in Africa, cosa che poi farà e molte volte.
Prima dei contributi dei docenti universitari, fra i saluti istituzionali, ci sono gli interventi di:
Giada Gervasi, Sindaco di Sabaudia
Francesca Avagliano, Consigliere comunale
Consuelo Artelli Nievo, Presidente Fondazione Nievo
Mariarosa Santiloni, Segretario Generale Fondazione Nievo
Rino Caputo, Ordinario di Letteratura e Delegato alla Cultura Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Gli interventi sono di:
Giorgio Patrizi, Stanislao Nievo: le pulsioni, le carte, la danza. Il poeta e la natura
Angelo Fàvaro, Quel «libro a storia d’uomo» La poesia di Stanislao Nievo in Barca solare
Ugo Maria Olivieri, L’Africa alle porte di Roma
Fabio Pierangeli, La difficile strada del secondo libro. Stanìs e Aurora alla corte di Segrate.
Paola Benigni, Il ‘viaggio in barca’ di due poeti: Mario Luzi e Stanislao Nievo
Emanuela Massaro – Ilaria Pallocchini, Stanislao Nievo e l’Agro Pontino
Allegato agli Atti il cd con il docu-film Stanislao Nievo nell’Agro pontino. Natura e ispirazione, Ideazione e regia di Giovanni La Rosa
Stanislao Nievo all’incrocio delle arti
a cura di Mariarosa Santiloni
Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, Gaspari Editore, Udine, 2014
Atti della Giornata di Studio 7 aprile 2016 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Franco Cesati Editore, Firenze 2016
Questa settima Giornata di Studio, dedicata a Stanìs Nievo nel decimo anniversario dalla sua scomparsa, vuole in qualche modo dare atto dei suoi molti talenti.
In alcuni interventi leggerete delle sue capacità di giornalista e di narratore e quindi dei suoi romanzi e racconti pluripremiati, in cui fin dalla prima prova, mi riferisco a Il prato in fondo al mare, Premio Campiello 1975, inaugura, se così si può dire, un nuovo modo di narrare dove la precisione dell’indagine scientifica si intreccia alla scrittura creativa, fantastica, componendo un tutt’uno che diventerà un po’ la cifra originale di tutte le sue opere.
In altri, invece, leggerete dei suoi progetti innovativi come i Parchi Letterari, in cui c’è una forte commistione tra letteratura e territorio o meglio tra letteratura e paesaggio culturale. Nievo ideò il progetto per promuovere, difendere e proteggere, con l’ausilio di uno scrittore famoso, le tante piccole e preziose località del nostro bel Paese; in anticipo sulle direttive dell’Unione Europea, ratificate dall’Italia nel 2006, più di dieci anni dopo la nascita dei Parchi Letterari.
Vari i contributi di importanti letterati ed esperti di letteratura italiana:
Cesare De Michelis: Il primo Stanìs
Ugo Maria Olivieri: Natura e paesaggio nell’opera di Stanislao Nievo
Fabio Pierangeli: Pasolini e Nievo un possibile dialogo interrotto troppo presto
Angelo Favaro: Archeosofie dalla luce al sottosuolo di Roma ne Il Palazzo del silenzio di Stanislao Nievo
Miriam Polli: Mater Matuta
Paola Benigni: Stanislao Nievo: un narratore alla ricerca di sé “per l’alto mare aperto”
Bruno Gabbiani: Stanislao Nievo e l’Architettura
Giulio de Jorio Frisari: Stanislao Nievo e il territorio
Sabino Caronia: L’ultimo cavaliere: Stanislao Nievo tra biografia e letteratura
Il Settecento nell’Ottocento di Ippolito Nievo
a cura di Mariarosa Santiloni
Atti della Giornata di Studio – 11 novembre 2015
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Franco Cesati Editore, Firenze, 2017
Fin dall’adolescenza Ippolito Nievo ha potuto conoscere e riflettere su storia, letteratura e vicende del secolo precedente per la continua e affettuosa presenza del nonno materno Carlo Marin, patrizio veneto con diritto di voto nel Maggior Consiglio. Uomo colto e con una buona cerchia di amicizie, tra cui i fratelli Pindemonte, il nonno Carlo è un ottimo testimone del secolo dei lumi per il nipote, che farà tesoro di quanto appreso per gli scenari delle Confessioni e ancor prima per il romanzo Angelo di Bontà.
D’altra parte, come appare evidente leggendo le sue opere, le notizie apprese dal giovane Ippolito sono corroborate dalla lettura di diversi libri, scelti inizialmente con l’aiuto del nonno Marin dalla ricca biblioteca della casa di Mantova – eredità dal nonno paterno Alessandro – dove la famiglia si è trasferita, raggiunta anche dal nonno Carlo che nel frattempo è andato in pensione.
La biblioteca contiene diversi volumi di storia, quali La Storia d’Italia 1789- 1814 del Botta, Ed. Italia 1824 – testo ampiamente usato da Ippolito per le Confessioni – ma anche opere di Byron, Schiller, Filangieri e Goldoni, tra cui le sue Commedie e tragedie, Venezia 1793. Sono presenti anche numerosi testi classici, da Omero a Cicerone e Orazio, Tito Livio, Tasso, Metastasio e Tassoni. Altri autori, come Giusti, Foscolo e Rousseau, solo per citarne alcuni, saranno scelti in seguito da Nievo stesso.
Prima dei contributi dei docenti universitari, fra i saluti istituzionali, ci sono gli interventi di:
Consuelo Artelli Nievo, Presidente Fondazione Nievo
Mariarosa Santiloni, Segretario Generale Fondazione Nievo
Rino Caputo, Ordinario di Letteratura e Delegato alla Cultura Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Gli interventi sono di:
Giuseppe Ricuperati, Le Confessioni d’un italiano. Ipotesi di relazione sul gioco fra passato del futuro e futuro del passato
Marinella Colummi Camerino, Venezia e gli orienti. Le Confessioni d’un italiano e Gli Scritti Giornalistici
Marco Meriggi, Le istituzioni politiche settecentesche nelle Confessioni
Simone Casini, La leggenda nera di San Marco. L’inquisizione di stato in Angelo di bontà e nelle Confessioni
Patrizia Zambon, Un Settecento d’autore: l’immaginazione da Nievo a Calvino
Giulio de Jorio Frisari, E’ un problema settecentesco il rapporto tra mondo laico e mondo religioso? Argomenti propedeutici ad una risposta
Ugo Maria Olivieri, Nievo e il Settecento: un programma di lavoro
Stanislao Nievo e le scritture di viaggio
a cura di Mariarosa Santiloni
Atti della Giornata di Studio 15 aprile 2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Franco Cesati Editore, Firenze 2016
Il tema del convegno è stato in parte ispirato dalla recente pubblicazione di una raccolta di articoli di viaggio di Stanislao Nievo – riuniti per la prima volta in un volume e intitolata Storie di un viaggiatore. Ancora una volta è apparso evidente come i libri di viaggio appassionino i lettori. Forse il desiderio di conoscere l’inesplorato è connesso con l’uomo. Fin dai tempi più remoti l’uomo si è spostato, ha viaggiato, per scoprire luoghi diversi in cui vivere, per la caccia e i primi scambi commerciali, per pascoli migliori per gli animali.
All’interno vari contributi di importanti letterati ed esperti di letteratura italiana:
Giorgio Patrizi: Viaggiare per mare e per libri: la tradizione odeporica da Ramusio a Nievo
Patrizia Zambon: Il viaggio in Antartide. Stanislao (e Ippolito) Nievo
Fabio Pierangeli: La ruota e il destino: Stanislao Nievo tra reportage e romanzo
Giulio de Jorio Frisari: Il profondo e la periferia
Raffaele Manica: Il posto di Stanìs Nievo nella letteratura del Novecento italiano
Ugo Maria Olivieri: Un viaggiatore militante: intervista a Ermanno Rea
I due secoli di Nievo. Ascendenze e reminiscenze sette-ottocentesche
a cura di Mariarosa Santiloni Atti della Giornata di Studio 19 novembre 2014 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” – Con il patrocinio della Società Italiana di Studi sul Secolo XVIII Franco Cesati Editore, Firenze, 2015 Nel processo formativo e poi di scrittura di Ippolito Nievo è innegabile l’importanza dell’ascendenza familiare, in particolare del nonno materno Carlo Marin. Ma altrettanto centrali per l’autore sono stati alcuni scrittori e poeti, tra cui Foscolo, Rousseau e Goldoni.
Per meglio comprendere la collocazione degli scritti di Nievo nel panorama letterario italiano, gli studiosi che compongono questa miscellanea sono partiti dal Dibattito sul romanzo tra sette-ottocento, Giorgio Patrizi, proseguendo con Silvia Tatti, Foscolo in Nievo e Roberta Turchi, Goldoni in Nievo per concludere con Emilio Russo, Rousseau in Nievo. Si è poi passati con Ugo Olivieri a indagare Un canone poetico settecentesco negli Studii sulla poesia popolare e civile massimamente in Italia, per poi aprirsi verso riflessioni, Alessandra Di Ricco, sul modo in cui la Storiografia ottocentesca abbia ragionato sul ‘700, e su, Giovanna Scianatico, Il romanzo neoclassico. Giancarlo Carpi, ha indagato su Paesaggi nel Varmo, e Giulio de Jorio Frisari, ha concluso con Aspetti del pensiero settecentesco in Nievo.
Stanislao Nievo a Roma. Narrativa e cultura del secondo Novecento
a cura di Mariarosa Santiloni Atti della Giornata di Studio 15 aprile 2014 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Franco Cesati Editore, Firenze, 2015 Stanislao Nievo, pronipote del grande Ippolito, è stato uno dei protagonisti del secondo Novecento.
Dopo un primo periodo vissuto all’ombra del proprio avo, la sua scrittura ha intrapreso un personalissimo percorso, tra reportage, narrativa e fotografia. I suoi romanzi nascono spesso in luoghi lontani, come la Papua Nuova Guinea, dove Nievo insegue una storia ottocentesca di immigrazione europea che gli vale il Premio Strega 1987 con Le isole del Paradiso. Nel corso della sua carriera letteraria – autore di numerosi libri tradotti in molte lingue – Stanìs viaggia in tutto il mondo, fino all’Antartide, ma il luogo a cui è più legato resta Roma. Alla città eterna è dedicata l’ultima sua opera, Canto di Pietra Canto di Piedra, nuova edizione ampliata e bilingue, con una ricca scelta di immagini, del fortunato volume di versi. Gli interventi sono dei professori:
Giorgio Patrizi: Stanislao Nievo nella Roma del “boom”, società, cultura e politica Fabio Pierangeli: Volti di Roma femminile. Mater Matuta contro Circe nell’Aurora di Stanislao Nievo Anna Pozzi: Stanislao Nievo al Premio Strega Ugo Olivieri: Stanislao Nievo e il paesaggio Giulio de Jorio Frisari: Canto di pietra, gli archetipi Alberto Manodori Sagredo: Le immagini fotografiche del Canto di Pietra
Sabino Caronia: Gli ultimi cavalieri dell’Apocalisse
Ippolito Nievo: Canone inverso e identità nazionale. Nievo con/tra Manzoni e Verga
a cura di Mariarosa Santiloni
Atti della Giornata di Studio 7 novembre 2013 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, Roma, 2015 - E-Book Kindle Questo volume di Atti, che esce in edizione e-book per dare una più ampia diffusione ai lavori delle II Giornate di Studio su Ippolito Nievo – organizzata nell’ambito della Convenzione siglata tra l’Università di Studi di Roma “Tor Vergata” e la Fondazione Nievo – propone gli interventi di autorevoli studiosi su una tematica ancora poco o per nulla indagata. Nell’ordine, gli interventi di:
Ugo Olivieri, Esiste un canone del secondo Ottocento?; Francesco de Cristofaro, Un altro Manzoni. Cartigli di un commento in corso d’opera ai Promessi Sposi; Roberta Colombi, Il controcanto umoristico: le due voci di Ippolito Nievo; Giovanni Maffei, Le Confessioni nella questione della lingua; Giorgio Patrizi, Dal fatto al racconto: Cos’è il re di Giovanni Verga; Andrea Manganaro, «Io non giudico, non m’appassiono, non m’interesso». Verga e la delega narrativa; Giulio de Jorio Frisari, Costruire la realtà. In questi ultimi dieci anni, si è assistito a un’entusiasmante riscoperta di Ippolito Nievo, con punte d’eccezione nel 2011, a 150 anni dalla sua scomparsa e dall’unificazione dell’Italia.
Ippolito Nievo: l’avventura del romanzo
a cura di Mariarosa Santiloni
Atti della Giornata di Studio 11 aprile 2013 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Franco Cesati Editore, Firenze, 2013 Il volume, curato come gli altri dal Segretario Generale della Fondazione, è dedicato al grande romanziere e si inserisce a pieno titolo tra i più interessanti saggi sull’autore, raccogliendo le riflessioni di autorevoli accademici.
A introdurre il volume è Roberto Bigazzi che, dopo un excursus sui romanzi della prima metà dell’Ottocento, propone un confronto tra le Confessioni e il romanzo storico Waverley, nel quale Walter Scott tematizza il conflitto tra realtà e ideali creando così una versione popolare del romanzo di formazione.
Segue il testo di Ugo Maria Olivieri sull’evoluzione dello schema del romanzo durante il periodo rivoluzionario, che pone al centro la figura del giovane e il suo impegno a comporre assieme agli altri la società civile.
Di grande interesse l’intervento di Simone Casini sul passaggio dall’idillio della novella Il Varmo alle Confessioni, e l’articolata trattazione di Giulio de Jorio Frisari
sul problema complesso del rapporto tra le fonti e l’opera dell’autore risorgimentale.
A conclusione, la riflessione di Fabio Pierangeli sulla dimensione del romanzo breve di Nievo, in particolare sul Barone di Nicastro, e la sua vena satirica.
Io nacqui veneziano e… morrò per la grazia di Dio Italiano. Ippolito Nievo negli scritti autografi verso l’Unità d’Italia.
a cura di Mariarosa Santiloni
Atti del Convegno – Roma 16 marzo 2011
Franco Cesati Editore, Firenze, 2012 Il volume dà conto di un importante contributo di approfondimento sull’impegno intellettuale, morale e politico di Ippolito Nievo verso la nascente nazione italiana, e si inserisce a pieno titolo nell’azione istituzionale a favore della promozione della conoscenza e valorizzazione del patrimonio di lingua, cultura, storia e letteratura dell’Italia.
Obiettivo riuscito grazie agli interventi di importanti studiosi dello scrittore ottocentesco, a partire da Elsa Chaarani Lesourd che apre il volume con un’analisi degli eventi del 1846-1852 e delle coincidenze che finirono per orientare il giovane Nievo verso il suo destino di giornalista, scrittore e militante, per proseguire con Cesare De Michelis e la sua chiave di lettura politica di due opere significative come Antiafrodisiaco per l’amor platonico e Angelo di bontà. Simone Casini si sofferma sull’analisi delle Confessioni d’un Italiano e sulle ragioni del crescente interesse che la figura e l’opera di Nievo continua a riscuotere a centocinquant’anni dalla morte.
Il volume termina con gli interventi di Ugo Maria Olivieri, che analizza la spedizione garibaldina e gli ultimi giorni dello scrittore, e di Giulio de Jorio Frisari che propone un’analisi del rapporto tra Gadda e il Risorgimento di Nievo e l’opera di Riccardo Bacchelli.
Fondazione Ippolito Nievo: 1993-2008. Da Ippolito a Stanislao Nievo nei luoghi dell’ispirazione letteraria.
a cura di Mariarosa Santiloni
Atti del Convegno- Roma 23 aprile 2008
Fondazione Ippolito Nievo, La Serenissima, Vicenza 2008
Un paese bello come un giardino, conteso tra passioni e incurie, straziato dalla ferocia economica che spesso l’ha trascinato in disastrosi mutamenti
Così si esprimeva anni fa Stanislao Nievo, quando decise negli anni ’90 di dar vita alla Fondazione intitolata al prozio Ippolito, di cui è stato il primo presidente, e in seguito ai Parchi Letterari®, da lui ideati come: un argine a tale scempio – ed anche un modo per – vivificare nell’essenza alcuni scenari che i migliori dei nostri antenati hanno esaltato, angoli magici, luoghi dell’ispirazione di grandi autori e poeti, ancora esistenti nel paesaggio.
Così sono nati i Parchi Letterari, il primo per Ippolito Nievo e il castello di Colloredo di Montalbano, distrutto in buona parte dal terremoto del 1976.
Paesaggio culturale per eccellenza, lì Ippolito scrisse Le Confessioni d’un Italiano e Stanislao parte del suo primo romanzo Il prato in fondo al mare, vincitore del Premio Campiello e Comisso 1974.
Da allora sono passati più di venti anni, l’idea innovativa di paesaggio culturale che diventa identità di un luogo è stata riconosciuta dall’Europa nell’anno 2000 con una Convenzione, ratificata nel 2006 anche dall’Italia.