Ippolito Nievo: il traduttore

nievo-traduttore

Come l’attività giornalistica, di cui si è iniziato lo studio solo nella seconda metà del Novecento, anche l’impegno di  traduttore di Ippolito Nievo è poco conosciuto e non così apprezzato quanto meriterebbe. Per la maggior parte le traduzioni risalgono al 1859 ad esclusione di alcune odi da Saffo del ’56 – prima prova di traduzione e l’unica dall’antico, raccolte da Nievo, con piccole variazioni, nel canzoniere Le Lucciole -  e del Quarto Libro delle Contemplazioni di Victor  Hugo del 1858.

Nel 1859, Ippolito ha ventotto anni e una vita frenetica come uomo e come autore, ha scritto ormai quasi tutto quello che di lui ci rimane,  per la scomparsa prematura di lì a due anni. Poesie, racconti, romanzi, drammi e commedie, compreso il capolavoro Le Confessioni d’un Italiano, e tanti articoli giornalistici per le maggiori testate del tempo. Finora ha espresso le sue idee civili e politiche e combattuto le sue battaglie principalmente attraverso la scrittura, ma nel ’59 decide di partecipare in prima persona e si arruola nei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi.

È un anno importante per lo scrittore, come afferma Iginio De Luca1, alla delusione  per l’armistizio di Villafranca si mescola l’ansiosa attesa  per la campagna dei Mille e ancora la passione amorosa per Bice Melzi d’Eril, moglie del cugino Carlo Gobio. “Le traduzioni costituiscono, senza parere, uno schermo alla tensione spirituale del Nievo. Sono una pausa felice nel lavoro incalzante dello scrittore.”2 E vanno incontro ad una esigenza molto sentita di una nuova cultura e di conoscenza della moderna poesia europea.

La sua coerenza di uomo e scrittore trova conforto nell’elemento popolare; nel tradurre il suo impegno è massimo nel rendere i valori profondi di ogni canto, più che attenersi strettamente al testo, e in questo esercizio non di rado riesce a raggiungere le punte più alte dell’espressione poetica.
È presente  nelle traduzioni, come nella poesia, il fine sociale, utilitario, che Nievo si pone; così quando Carlo Tenca, nel gennaio 1859, nel suo giornale ‹‹Il Crepuscolo››, elogia la seconda edizione dei Canti popolari della Grecia moderna di Marino Vreto, augurandosi che i canti siano divulgati, Nievo accoglie l’invito. Traduce il volume, dal francese,  prima di arruolarsi nei Cacciatori delle Alpi, e sette dei ventotto canti li pubblica sul giornale femminile milanese ‹‹La Ricamatrice›› con una bella presentazione dal titolo Il fiore delle canzoni. È  ancora un modo per promuovere, tra altre tematiche, quella dell’emancipazione femminile che ha acquistato nel tempo tale importanza da diventare parte del suo impegno civile.

Nell’agosto del ’59, Nievo traduce, sempre dal francese, una serie di opere poetiche di Heine: Intermezzo, Pellegrinaggio a Klevar dai Notturni, Barca e  Sveglia da Fogli Volanti, e  ancora quattro canti della Germania e alcune canzoni popolari tedesche. Lo scrittore è preso dalla delusione e dallo sconforto per la patria tradita a cui si uniscono inquietudine e angoscia per l’amore che prova per la cugina Bice. La poesia di Heine, in particolare Intermezzo, offre “al traduttore uno schermo al suo tormento, dandogli l’occasione di uno sfogo indiretto, smorzato nel velo dell’ironia.” 3 Ma gli stessi stati d’animo  sono presenti in quasi tutti gli scritti del ’59, in Venezia e la libertà d’Italia, nelle liriche degli Amori Garibaldini e nelle lettere.

C’è ancora da annotare che echi  e vibrazioni delle sue raccolte di poesie Versi e Le Lucciole si ritrovano nelle traduzioni, ma avviene anche il contrario, prova ne sono gli  Amori Garibaldini  dove si individuano elementi che derivano proprio dalle traduzioni.
Sempre nel ’59, Nievo traduce  ancora la leggenda scozzese Il figlio del Settentrione,  unico esempio in prosa, e I doni del Tereck, Ballata russa di Lermontov, che pubblica a febbraio 1859 su ‹‹La Ricamatrice››, dove nel settembre dell’anno prima era uscito un suo articolo dal titolo Vittore Hugo e il Quarto Libro delle sue Contemplazioni. Non a caso questi testi vengono fatti pubblicare da Nievo su un giornale femminile, sono il suo contributo all’educazione e all’emancipazione femminile.


NievoCast : il primo podcast su Ippolito Nievo. Un affascinate viaggio tra le vicende personali di Ippolito Nievo e le sue svariate attività di giornalista, poeta, novelliere, traduttore, romanziere e garibaldino. Ascoltalo!
NEWSLETTER


Rimani aggiornato sui nostri eventi e ricevi inviti esclusivi ... scrivi la tua EMAIL:

noi rispettiamo la tua privacy