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I PARCHI LETTERARI® IN CALABRIA "VIAGGI NEL FUTURO DELLA
MEMORIA" - ” ALLA SCOPERTA DELLA MAGNA GRECIA -
ITINERARIO DI VIAGGIO
La Calabria sembra essere
stata creata da un Dio capriccioso che, dopo aver creato
diversi mondi, si è divertito a mescolarli insieme.
(Guido Piovene)
Tanti sono gli itinerari possibili in
Calabria.
Noi seguiremo quelli tracciati dalle pagine letterarie
che ci porteranno su e giù per la regione. I nostri
itinerari si svilupperanno in quattro aree
sostanzialmente omogenee, lungo i luoghi
dell’ispirazione letteraria, dove potranno svilupparsi
possibili trame de I Parchi Letterari®:
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- dell’Istmo catanzarese;
- della Sila, grande e piccola;
- del “Marchesato di Crotone”
- della Locride |
In queste zone potremo trovare le
pagine o le testimonianze di Cassiodoro e Costabile,
dell’Abate Giocchino da Fiore, del grande Pitagora e i
suoi discepoli, del grande autore contemporaneo Corrado
Alvaro. Autori antichi dalla Magna Grecia, grandi
spiriti religiosi del medioevo e i tanti viaggiatori
succedutesi nel tempo.
Gli autori ispirati al territorio calabrese sono tanti e
tali, dall’antichità agli autori contemporanei, che
risulta veramente impossibile citarli tutti, ma alcuni
di essi ci aiuteranno a rivivere lo stupore dei luoghi.
Durante l’itinerario de I Parchi
Letterari® “Alla scoperta della Magna Grecia” saremo
accompagnati da una guida eccezionale, un Cantastorie,
vero ponte tra passato e presente, che ci farà rivivere
le pagine dei viaggiatori del passato più lontano e più
vicino.
Ne I Parchi Letterari® il Cantastorie permette di
saltare fra differenti dimensioni temporali e di
confrontare le pagine letterarie con il presente.
Il turista curioso e
l’appassionato cultore di letterature o di leggende
locali non rimangono delusi…questo tipo di viaggi,
proprio perché emozionali, è fruibile da chiunque,
purché disposto a farsi sedurre e trasportare per un po’
in un’altra dimensione di spazio e di tempo. Alla fine
il “viaggiatore” potrebbe scoprire di avere in realtà
compiuto un viaggio all’interno di se stesso, di aver
ritrovato echi perduti, di aver risvegliato antiche e
sopite memorie.
..................Inizia il Viaggio!...
...........in Calabria
«In vero in questo fertilissimo
paese, anzi felice nascono quasi tutte le cose, non
solamente necessarie per il vivere de i mortali, ma
eziandio per le delizie, e piaceri di essi. Et perché ho
detto comprendersi sotto il nome di Calabria, ne' tempi
moderni, parte della Magna Grecia; voglio adunque
descriver le lodi di detto paese, quanto però appartiene
a quello, che si contiene sotto detto nome. Egli è
questo paese quasi tutto pieno di monti, e di belli, e
fruttiferi colli, e di vaghe valli. Quindi si cava
grano, orzo, e altre biade, con vino di ogni condizione,
cioè austero, e di altre maniere, olio, fichi, con altri
saporiti frutti, zuccaro, mele, cera, sale di minera, e
d'acqua marina, oro, argento, lane, bambagio, e
zaffarano, con altre simili cose. Eziandio se ne trae
tanta seta, che ardisco dire, paragonandola a quella,
che si cava dal resto d'Italia (sono comparativamente)
la si possa ragguagliare ad essa. Quivi nasce il lino,
canape, e dal cielo casca la manna. Cosa certamente
rara. Veggonsi appresso il lito di ciascuno de' detti
mari, e similmente ne' Mediterranei, belli giardini
pieni di Citroni, Aranci, e Limoni di più sorti.
Ritrovansi utili fiumi, dilettevoli colli
dell'Appennino, e folti boschi d'altissimi ilici. Non vi
mancano le fertili valli producevoli di frumento, e
d'altre biade, come dissi. … Vi sono eziandio in questi
luoghi assai uomini di grand'ingegno, e di civili
costumi ornati, come si dimostrerà à luogo per luogo».
Leandro Alberti, “Descrittione di tutta Italia”
(Bologna, 1550)
Il viaggio inizia accolti da una natura bella ma
soprattutto che dà frutti, è questo quello
prorompe nelle cronache dei primi viaggiatori.
«Questa magnifica provincia è
fertile oltre misura. Non vi cresce, infatti, solo tutto
ciò che serve alle necessità della vita, ma anche tutto
ciò che serve al piacere e al superfluo [...]. Tutti i
monti e le valli sono utili e non improduttivi. Vi si
trovano in grande abbondanza ogni tipo di frumento, vino
e frutta, tutto della migliore qualità. Lo stesso dicasi
per l'olio, il formaggio, lo zucchero, il miele, la
cera, lo zafferano, il cotone, l'anice, il coriandolo in
gran quantità, come pure per la resina, la pece, la
trementina e lo storace. Non mancano miniere d'oro,
d'argento, di ferro [.].
Sulle sponde di entrambi i mari, come pure all'interno,
vi si trovano i più bei giardini di limoni, cedri ed
aranci di ogni tipo. Il paese è ricchissimo di corsi
d'acqua, grandi e piccoli, come pure, sulle colline
dell'Appennino, di folti boschi di pini, aceri, larici e
querce dove cresce il fungo agarico, candido e
profumato, che riluce di notte».
Hieronymus Megiser, autore delle “Delitiae
Neapolitanae”, apparsa a Lipsia nel 1605.
Ancora una descrizione con accenti
enfatici. La proposizione di un Eden terrestre che in
parte contrasta con gli stereotipi e le leggende fiorite
in Europa su questa regione.
“Il sistema di viaggio che io e il
mio compagno adottammo, allorché questi diari furono
scritti, era il più semplice ed anche il meno costoso,
abbiamo infatti, compiuto l’intero viaggio a piedi. Un
Cavallo per caricarvi quel poco di bagaglio che avevamo
portato con noi, ed una guida. (..) Poiché in quelle
province non ci sono alberghi, se non sulla strada
carrozzabile che corre lungo la costa occidentale, il
viaggiatore deve sempre contare sull’ospitalità di
qualche famiglia, in ogni città che visita”
Edward Lear, “Diario di un viaggio a piedi in
Calabria e nel Regno di Napoli”, Editori Riuniti, Nov.
1992
Edward
Lear, pittore paesaggista, nel 1847 viaggiò in
Calabria, percorrendo l’Aspromonte. Nel suo "Diario di
viaggio" vengono descritte in modo pregevole le zone
visitate e le osservazioni dei viaggiatori. Nelle pagine
di Edward Lear risuona frequentemente il termine «pittoresco»,
espresso per indicare paesaggi e valli che gli ricordano
Ann Radcliff, e i costumi, la vita quotidiana, oggetto
della nuova attenzione dei viaggiatori e degli
illustratori.
«Calabria! Questo nome così armonioso, ha in sé
qualcosa di romantico. Nessun'altra regione del
napoletano racchiude la promessa di tante sorprendenti
bellezze. Appena viene pronunciato questo nome, ecco che
un mondo nuovo si erge davanti ai nostri occhi, aprendo
spaziosi orizzonti alla fantasia: torrenti, fortezze,
scenari di montagna a strapiombo su spiagge candide e
levigate, grotte, briganti, cappelli a punta - Mrs
Radcliffe e Salvator Rosa -, costumi, tradizioni, orrori
e magnificenze inesauribili» (Lear, 9).
Emerge un’altro degli elementi
principali che spicca durante il viaggio in Calabria,
ovvero l’ospitalità della sua gente.
"Ma la caratteristica che emerge
costantemente è quella dell'ospitalità che nega un luogo
comune",
"Niente poteva essere più gentile e ben educato
dell'ospitale accoglienza dataci da questa famiglia
...Ma la volontà di accoglierci, cosa che abbiamo notato
non manca in tutta la Calabria, è stata perfettamente
manifestata dalla sorprendente comparsa di maccheroni,
uova, olive, burro, formaggio e naturalmente vino e neve
, sulla tavola apparecchiata con una delle più bianche
tovaglie di lino..."
Insomma un buon viatico per godere
della bellezza dei luoghi come sarà per molti altri
viaggiatori e scrittori. Tra questi Norman Douglas,
che con il suo “Old Calabria”, del 1915, firmerà famose
pagine che descriveranno la natura e i costumi della
regione.
“Fu un viaggio splendido l'attraversare quegli
altipiani, con la vista dello Ionio dall'alto e il
panorama dell'ampia vallata del Crati e dell'alta catena
del Pollino, avvolta nella bruma del primo autunno,
poggiando lo sguardo sui fianchi delle colline coperti
di olivi. La strada gira intorno ai precipizi, dove
scendono dal monte i ruscelli; sono ricoperti di querce
da sughero, lecci e altra vegetazione; tra i rami volano
rigogoli, ghiandaie, upupe e coracie garrule.
Nell'inverno i gelidi venti dell'Appennino spazzano
questi monti, ma in questa stagione è una zona
stupenda.”
Viaggiare in Calabria
significherà per tutti scoprire angoli di natura e
cultura sorprendenti, cosi cangianti in cosi breve
spazio di luogo. Un vero “labirinto” di emozioni...
“Viaggiare in Calabria significa
compiere un gran numero di andirivieni, come se si
seguisse il capriccioso tracciato di un labirinto. Rotta
da quei torrenti in forte pendenza, non solo è diversa
da zona a zona, ma muta con passaggi bruschi, nel
paesaggio, nel clima, nella composizione etnica degli
abitanti. È certo la più strana tra le nostre regioni.
Nelle sue vaste plaghe montane talvolta non sembra
d'essere nel Mezzogiorno, ma in Svizzera, nell'Alto
Adige, nei paesi scandinavi. Da questo Nord immaginario
si salta a foreste d'olivi, lungo coste del classico
tipo mediterraneo. Vi si incuneano canyons che ricordano
gli Stati Uniti, tratti di deserto africano ed angoli in
cui gli edifici conservano qualche ricordo di
Bisanzio...”
G. Piovene, Viaggio in Italia, 1957, p. 659
Viaggiatori più vicini nel tempo ci
danno una descrizione dei luoghi che mano a mano si
avvicina a quella che ancora oggi possiamo vedere.
Luigi Vittorio Bertarelli,
responsabile del Touring Club Ciclistico Italiano, poi
TCI, (Calabria e Basilicata, cinque giorni di
escursioni ciclistiche, 1897) doveva saggiare la
regione, nell’ottica del viaggiatore moderno, in vista
della prima guida turistica italiana della Calabria.
Partì in treno da Milano e raggiunta la cittadina di
Reggio Calabria, dopo un viaggio di 1400 chilometri,
inforcò la bicicletta e si diresse verso nord. A Villa
San Giovanni incontrò un’altra bicicletta: l’unica fino
a Salerno.
“Lungo la spiaggia innumerevoli
imbarcazioni da pesca e di piccolo cabotaggio, reti,
argani per trarre le barche in secco, piccoli cantieri
per calafati, lavanderie, qualche rudimentale
stabilimento di bagni, casotti di finanzieri, frotte di
ragazzi e ragazze a gambe nude che fanno il chiasso,
pescano alla lenza e raccolgono frutti di mare: una
spiaggia formicolante di vita, come quella ligure”
Bertarelli vide giardini di aranci
cedri bergamotti e limoni, lungo un mare cristallino,
rigato da un filo di spuma. La strada polverosa era
costeggiata di rovi gaggie e ginestre in fiore. Si
dissetò ad una fonte purissima, nascosta un boschetto,
sorseggiando l’acqua tra ninfee e fiori di loto.
La Calabria, comunque, rimane
sempre il paese degli “incredibili, stupendi paesaggi,
delle tenaci tradizioni patriarcali, della calda umanità
degli abitanti”, come dice ancora Gerhard Rolfhs
in pieno Novecento.
Il viaggio continua ora scegliendo
alcuni degli itinerari nei luoghi... de
I Parchi
Letterari® in Calabria.
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