All'inizio del novecento il castello è stato dichiarato monumento nazionale.
Sciascia inventa Regalpetra, il paese "immaginario" che fa da scenario agli avvenimenti de "Le parrocchie di Regalpetra", opera del 1956 che contiene tutti i temi cari all'autore, nel cuore assolato della Sicilia che fu del latifondo e della zolfara, in quel centro dell’isola che fu per Sciascia il centro del mondo, un “teatro della memoria”. La città che dà il titolo alle Parrocchie di Regalpetra è, infatti, fin dal suo nome fittizio e composito, il frutto dell’innesto tra la Racalmuto reale in cui il maestro Sciascia operava e pativa, combattendo gli spettri della miseria, dell’ignoranza e della sopraffazione, e la letteraria Petra dello scrittore ennese Nino Savarese, autore dei Fatti di Petra, assunta a simbolo d’una grande tradizione letteraria che ha trasfigurato la Sicilia e le sue città in una geografia dell’anima, in una trincea contro l’omologazione, in un avamposto del pensiero critico.
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